Transparency report e dati sui dati: we’re so meta!

Per i più curiosi, ecco alcune informazioni in più sui dati che io e Alice Corona abbiamo usato nella nostra inchiesta sui transparency report per Wired.

I dati sul numero di utenti oggetto delle richieste potrebbero non indicare esattamente il numero di utenti coinvolti nella realtà. Lo stesso utente infatti potrebbe essere oggetto di più richieste; lo stesso individuo potrebbe essere proprietario di più utenti; l’account richiesto dalle autorità potrebbe di fatto essere inesistente.

Google
I dati sulla rimozione forniti da Google non esaudiscono il quadro della censura online: oltre alla rimozione dei contenuti, i governi possono anche procedere a bloccare l’accesso a determinati contenuti all’interno della loro giurisdizione.

Microsoft
Microsoft ha dichiarato che, per mettere in proporzione i dati sulla grande mole di richieste ricevute, gli utenti affetti nel primo semestre del 2013 sarebbero solo circa lo 0.01% del totale. Non abbiamo dati per confrontare questa cifra con le altre aziende.

Twitter
Nel caso di governi che inviano meno di 10 richieste, invece di indicare il numero esatto la società ha deciso di indicare “<10” come valore . Per fini statistici abbiamo convertito questo numero in 5,5.

Yahoo
I dati non includono informazioni sulle richieste fatte a entità di Yahoo che hanno ricevuto meno di 9 richieste (Yahoo! Colombia e Yahoo! Hispanic Americas); oltre che i dati su Yahoo! Japan, che opera in  modo indipendente da Yahoo! Inc.
I dati di Yahoo inoltre non includono quelli sul servizio Tumblr, acquisito di recente.

Stati Uniti
Per fini statistici, in alcuni casi abbiamo arrotondato i dati sul numero di richieste effettuate dagli Stati Uniti a un valore intermedio. I dati originali delle richieste erano invece i seguenti:
Apple: 1.000-2.000
Facebook: 11.000-12.000.

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